lunedì 17 novembre 2014

Lost in travel

Oggi una tipa mi offre la colazione al bar, lei dice che mi conosce, io, nonostante le apparenze (eccentriche?) sono una persona abbastanza timida, oltre questo spazio internet non parlo tanto dei miei viaggi, però tanto avevo fame e dovevo fare colazione, quindi perché no?
La tipa comincia a parlare del fatto che vuole fare un giro in bici in Europa, è indecisa sulla meta, e bla bla bla, soliti pipponi di chi vuole partire e deve organizzare tutto da principio.

Arriva la domanda fatidica: ma tu, prima di partire, organizzi le tappe? per km, altitudini, posti dove dormire? sai già dove arriverai di preciso ogni giorno?

Questa è una domanda abbastanza tipica, una di quelle cose che alle prime armi ci siamo chiesti tutti. Quando i blog di viaggiatori erano pochi e molti erano fatti male, tipo il mio, si passava più tempo a farsi pipponi del genere che a decidere veramente cosa si voleva da un viaggio. Di solito rispondo in modo personalizzato alla domanda, in base a chi la pone. In questo caso ho risposto che si, se sei bravo, nel senso che ti va di passare intere giornate a cercare campeggi, studiare altimetrie e trovare supermercati, si può fare, ma io sono troppo pigra, di solito ci provo e riesco a capire dove sarò (ovviamente mai con una certezza matematica) nei primi 2-300 km di un viaggio.

In realtà avrei voluto rispondere così:

Puoi pianificare in modo esatto i tempi che ti occorrono per tutte le tappe di un viaggio. Devi solo immaginare di vivere in un mondo senza salite né discese, dove non esiste la pioggia o il sole a picco, in totale assenza di vento, con una temperatura costante di 18°, dove tutto è gratis e dove acqua potabile e cibo commestibile siano ad ogni angolo di strada; dove non esiste possibilità alcuna di incidente o imprevisto, dove non bucherai mai e non ti succederà mai nulla, dove la cattiveria non esiste e siamo tutti perfetti, dove automaticamente non ci sarà un giorno di stanchezza o non ti sentirai mai triste o solo, dove esiste solo una direzione e saprai sempre esattamente da che parte stai andando.
Si, tutto questo lo puoi prevedere e pianificare, se sei bravo, a me una volta è successo: è stata la giornata più noiosa di tutta la mia vita.

P.s.: devo ricordarmi di questa minchiata che ho detto il giorno in cui mi troverò sotto il sole in mezzo al deserto senza acqua e farmi quattro risate


giovedì 31 luglio 2014

La fine di una triologia

Chiudo il The Freak Ride Tour con 6.119km percorsi in giro per l'Europa con la mia fedele compagna Dina.
In questi km ci sono 3 anni di vita fuori dal mio ordinario, ci sono giorni di fatica e di puro divertimento, c'è racchiuso tutto un cambiamento, ma sopratutto c'è racchiuso il mio vero carattere.

Invece quest'ultimo giro di 1.761km per il nord della Norvegia mi ha insegnato a non diffidare troppo dalle persone; che nonostante ci siano momenti più o meno belli alla fine si può sempre andare avanti; che è bello stare in mezzo al nulla per qualche giorno perché poi uno apprezza meglio un dialogo con uno sconosciuto; che qua il vento, le zanzare e le strani api sono una costante purtroppo invariabile e che la pianura non esiste.
Ho imparato anche a far finta di non vedere molte cose, ma questa è un'altra storia.

Quindi ricapitolando:
Sono partita da Tromso per arrivare a Capo Nord, sono rimasta senza soli per colpa di un blocco alla mia carta (ho perso 10 anni di vita), ho attraversato un tunnel di 11 km (200m sotto l'acqua), ho conosciuto 3 pazzi e assieme siamo arrivati in cima all'Europa; poi ho deciso che era troppo presto per dirigermi verso l'aeroporto e ho cambiato i miei piani, allora ho attraversato un deserto e ho visto la arte meno turistica di questo posto (ma credo anche la più interessante), ho dormito praticamente ovunque (pietre, fogliame, paglia, erba, sabbia …), cambiando ambientazione non so quante volte, ho conosciuto molte persone norvegesi e ho mangiato al loro tavolo, ho preso due traghetti e un giorno ho dormito solo 2 ore perché non sapevo dove andare, mi sono persa e sono finita in Russia, ho attraversato per 10 km la Finladia, solo predire che c'ero stata, ho combattuto contro il vento della siberia e ho visto una lince (per fortuna niente orsi), ho mangiato carne di una specie di coccodrillo e mi sono svegliata di soprassalto perché una renna voleva mangiare la mia tenda … e poi credo altre mille cose che in questo momento non mi vengono in mente.

Ahhh si, questa è solo la fine di una strada, o di un percorso.


martedì 29 luglio 2014

Finire in Russia per caso senza visto

Ebbene si! Nemmeno a farlo apposta ma in Russia ci sono finita veramente.
Come ho fatto?

Questa mattina (causa diluvio universale) sono partita abbastanza presto per evitare che la tempesta proveniente da nord mi colpisse in pieno costringendomi a rimanere a Kirkenes.
Il piano era arrivare alla Pasvik naturreservat, circa 120km a sud da Kirkenes.
Ora, ci sono due strade che portano a questa riserva e corrono parallele seguendo lo stesso fiume; una è la 885 (norvegese) e l'altra è la P10 (russa). Purtroppo per pigrizia nel mio gps non ho scaricato le mappe decidendo di affidarmi al mio pessimo senso dell'orientamento (così tanto per divertirmi di più). Mi è successo spesso in questa parte di norvegia di incappare in diversi passaggi a livello, credo servano durante la stagione invernale quando questi posti sono sepolti dalla neve.
Questa mattina, in un momento di distrazione, ne ho passato uno, non rendendomi conto che in realtà non era un ponte levatoio qualsiasi, ma era una delle tante sentinelle del confine.
Per fortuna qualche chilometro dopo c'ha pensato la vodafone ad avvisarmi del fatto che mi trovavo in Russia … ma fanno tutto sto casino per il visto e poi tornando indietro mi trovo le due guardie al gabbiotto addormentate?


Nel posto dove mi trovo adesso una tipa che usa il coltello (12cm di lama) come portachiavi mi ha dato una forchetta con un pezzo di carne fritta infilzata e mi ha detto: "Eat it" (come rifiutare tale offerta dopo aver perso l'unico pezzo di pane da razionare in questi due giorni da qualche parte nella strada sterrata per arrivare fin qua?) e dopo averla mandata giù mi fa: "was tasty? is the flesh of an animal's place reminiscent of the crocodile. I'm going to hunt for these".

Vabbè per farla breve, dopo essere stata per sbaglio in Russia ho mangiato la carne di qualche strano animale che assomiglia al coccodrillo (e mi è pure piaciuta!)



domenica 27 luglio 2014

Russia: una frontiera proibita

Il resoconto degli ultimi giorni è molto semplice:
1 casa ogni 100km = niente supermercati e niente campeggi

Però ho fatto un mucchio di cose nuove, tipo sono stata a caccia di salmoni (ma non ne ho preso nemmeno uno), ho parlato con la gente del posto (ho sentito questa frase almeno 3 volte: what the fucking are you doing here?), ho un nuovo amico Sami (nomade di professione), ho attraversato la steppa (di nuovo, comincia a stancarmi) vabbè ect… etc… etc…


In questo momento mi trovo a pochi km dal confine russo, l'ho scoperto per una serie di segnaletiche fastidiose sparse qua e là per la strada


Ahhhh e poi visto che c'era un mucchio di gente ho fatto la cretina qua e la, sperando che qualcuno mi citasse per atti osceni in luogo pubblico, ma non è successo nulla.


Ad ogni modo, adesso sono nei dintorni di Kirkeness (ogni ultimo giovedì del mese fanno un mercatino: la gente dalla russia viene a vendere oggetti artigianali e alcool, peccato che oggi è domenica, l'ho scoperto solo ora che ho accesso il pc).

Ho due scelte:
_chiudere qui e spararmi questi ultimi giorni in qualche centro benessere a farmi i fanghi e a farmi risanare la schiena martoriata da strani segni e piaghe lasciati da non so quale bestia del posto
_oppure posso ripartire e farmi un ultimo regalo andando a vedere una delle pochissime riserve ancora vergini d'europa, con il più alto numero di orsi e animali strani

la scelta è fin troppo semplice



mercoledì 23 luglio 2014

La vera Norvegia del nord, ovvero la dove il turista non si addentra

Avevo avuto il sospetto che Capo Nord non rappresentasse a pieno la filosofia dell'estremo nord, già da prima di iniziare il mio viaggio, per questo avevo deciso di metterla come tappa intermedia.
Oggi posso dire di aver visto finalmente la Norvegia, cioè almeno quella parte che nessuna guida turistica indicherà mai perché è troppo fuori mano.
Posso dire però di aver visto più bellezza oggi in 140km che negli altri 1.000 lasciasti alle spalle.


E cioè: un deserto fatto di laghi e montagne bianche; i fiordi con le loro rocce nere e appuntite a picco sul mare dello stesso terso colore del cielo carico di nuvole, proprio a due passi dalla mia testa; un cielo che non definiva la linea dell'orizzonte fondendosi completamente col mare, profondo e impenetrabile; una spiaggia rosa, un sogno caraibico con solo 5°.


E in tutto questo un silenzio unico e un paesaggio solo per me, il più bel regalo che potessi ricevere.


E farsi domande stupide come chiedersi com'è possibile immaginare che questo stranissimo paesaggio 4 mesi all'anno rimanga sommerso e schiacciato nel totale anonimato della notte infinita, senza vedere mai il sole sorgere e chissà quali colori, o quali forme può assumente in quel contesto.


Questa è la Norvegia che volevo vedere, lontana a una massa turistica, priva di contatto umano, solo natura scavata nella roccia che guarda al mare del nord senza poter scorgere niente dall'altra parte per centinaia di km






martedì 22 luglio 2014

Lo sapevate che in Norvegia c'è il deserto?

Eravamo rimasti che mi ero appena imbarcata sul traghetto da Honningsvåg per Kjøllefjord … fighissimo traghetto (ora capisco perché se lo fanno pagare oro).
Ad ogni modo da lì avrei dovuto attraversare 195 km di deserto per arrivare dove sono oggi.
In Norvegia c'è il deserto? SI e si chiama tundra (maledetta).
Ho passato una notte nel deserto e ho potuto constatare che è passata una macchina in 195 km, ci sono  strani animali dal quale è impossibile ripararsi, c'è un'escursione termica da -5° a 25°, sole a picco e acqua di rado. Bellissima esperienza comunque.
Adesso mi trovo in una cittadina sulle sponde di un fiume (Tana Bru), da qua a Kirkenes ci sono solamente 140 km … peccato (o per fortuna) che il mio volo parte solamente tra 10 giorni, indi per cui farò una piccola deviazione al bivio e partirò nuovamente per il deserto, questa volta 130km per raggiungere la città da dove parte il mio ultimo traghetto, diciamo solo una piccola deviazione di 600 km dalla meta finale. 
Vedere tutta questa gente dopo due giorni di completa solitudine fa strano!!!

Ahhhhhhn tra l'altro oggi è successa una cosa troppo bella! Dopo 800km in mezzo alle montagne (sali e scendi sali e scendi sali e scendi sali e scendi) finalmente ho fatto i miei primi (e ultimi) 20 km in pianura; è bello poter cambiare marcia ogni tanto



P.s.: ho imparato che portare sempre dietro dei pezzi di pallet trovati in giro fa comodo per accendere un fuoco anche nel deserto


domenica 20 luglio 2014

Una casa alla fine del mondo

Non voglio parlare né di strada né di bicicletta, perché gli ultimi 3 giorni sono andati ben oltre tutto questo, la bicicletta è diventato l'argomento secondario.
Voglio parlare di come in un viaggio si possa conoscere gente davvero speciale e condividere tutto il tuo bagaglio: fisico e mentale.
Ho passato gli ultimi tre giorni facendo "wild camping" tra le cime della punta più al nord d'Europa con tre persone davvero speciali: Luca (Svizzero), Tom (tedesco) e Jasper (Olandese).


Ci siamo incontrati tutti e tre alla fine del famoso "bloody tunnel" (ovvero il tunnel della morte che passa per 11 km sotto il mare, esperienza interessante, ma assolutamente da non ripetere.
Assieme ci siamo avventurati in mezzo al nulla e abbiamo trovato un posto davvero fantastico, dove abbiamo abbandonato tutte le nostre cose e ci siamo dati alla pazza gioia della curve spettacolari dell'isola senza il carico maledetto.
Tre giorni che probabilmente ricorderò per tutta la vita.
Questa è stata la nostra casa, con i delfini e il sole di mezzanotte.


E qua invece stavamo finendo di cenare, pressapoco alle 2 del mattino. Al nord fa davvero freddo, però non ti devi preoccupare di lavare le pentole prima che il sole vada via.


Ognuno di noi ora ha preso vie diverse per tornare a casa, ma prima o poi abbiamo deciso che ci rivredremo da qualche parte nuovamente in mezzo al nulla.

Ah si… a Capo Nord ci sono stata, ma ve lo racconto meglio nel video perché ancora mi devo riprendere!!!


martedì 15 luglio 2014

Lei è Solgunn Solli: la donna che mi ha salvato la vita

Sfatiamo i falsi miti che le persone del nord sono fredde e inospitali.
Questi norvegesi sono delle bellissime persone, disponibili, educati e generosi.

Le mie disavventure sono iniziate il 10 e hanno continuato a susseguirsi senza tregua. Vi avevo già detto di avere problemi con il mio bancomat e che avevo a disposizione poco meno di 100E.
Purtroppo per continuare questa escursione ho bisogno di prendere due traghetti e i traghetti costano oro, per non parlare di quanto costano i supermercati, o i campeggi, o la qualsiasi cosa.
Continuare senza soldi sarebbe significato andare a vivere in mezzo ai boschi, ma senza cibo (visto che le mie scorte italiane coprono circa metà viaggio).
Ho cercato di affrontare il problema in tutti i modi possibili: la carta non può essere sbloccata, la posta non accetta soldi da qualsiasi paese, la banca pretende che per un trasferimento monetario io debba avere un conto in norvegia, farmi spedire un vaglia o un'altra carta avrebbe significato la perdita di 3-4 giorni e il conseguente annullamento della meta principale di Capo Nord (perché se no perdo il volo di ritorno), o peggio sarei dovuta rientrare in Italia in questi giorni, comunque una TRAGEDIA.
Disperata questa mattina ho tentato l'ultimo gesto in extremis. Pensavamo che trasferire i soldi da una banca italiana a una norvegese fosse possibile. La mia sveglia è stata alle 5.00, avevo 7 ore per affrontare 100 km con un sali e scendi continuo per arrivare ad Alta prima che la banca chiudesse (sia questa che la mia in italia), ultima città dopo la quale troverò solo il nulla (e due traghetti per la posta che fanno capo a due paesini di 100 anime) per due settimane.
Mi viene detto che DEVO possedere un conto norvegese, poi mi mandano alla posta dove ricevo lo stesso tipo di informazione. Oramai disperata mi sono fatta prendere dal panico (è stressante, davvero stressante viaggiare da soli senza un soldo in tasca, in un paese così caro, sopratutto se non era stato messo in conto); compio l'ultimo gesto disperato: vado a un centro informazioni e spiego la mia situazione e accenno senza crederci al fatto che forse se qualcuno mi prestasse la sua carta norvegese io potrei farmi mettere dei soldi la e prelevare da quella.
INCREDIBILE ma vero: Solli, la tipa della foto, mi guarda, sorride e poi dice "lo posso fare io per te!".

Torno a respirare, un respiro profondo. Fumo 5 sigarette di seguito e bevo il mio primo caffè dopo 5 giorni.

Adesso, solo ora, posso iniziare questa avventura.
Mi dovrò fermare un giorno qui ad Alta per prelevare i soldi da Solli che arriveranno domani mattina, ma tutto sommato non mi dispiace. Ho affrontato 400 km senza sosta dalla partenza, la sfacchinata di oggi ha fatto leggermente gonfiare la caviglia. Mi riposo, prendo aria e da domani sarà tutto diverso.

Ripeto, questa è l'ultima città, dopo di che il nulla per le prossime 2 settimane, al massimo un piccolo centro abitato in mezzo alla steppa.
Cercherò di riposarmi meglio che posso, perché questo disastro monetario mi ha fatto perdere un sacco di energie utili.

E ringrazio ancora una volta questa popolazione di gente per bene


lunedì 14 luglio 2014

Ale 1 - Api 0

Ed eccomi alla III tappa norvegese.
Sono ad Alteidet, 300 e passa km dal punto di partenza e domani sarò all'incirca a poco più di metà strada da Capo Nord.
Fortunatamente ho beccato giornate da paura, sole caldo e vento fresco (ho la faccia ustionata), spero che mantenga questo ritmo almeno per un po'.
Oggi ho cominciato ad apprezzare meglio i paesaggi del posto, finalmente un po' di montagnette serie, abbastanza serie da avere la neve sul cucuzzolo anche se di norma ci sono 19°.

Di significativo sono succede ben tre cose:

_Doccia e bucato
_Campeggio economico per la norvegia ed onesto per me (6 euro, 80 cent la doccia)
_Le API

Mi soffermo giusto un attimo sul terzo punto. A me le api non stanno antipatiche, però c'è un limite serio che bisognerebbe rispettare: non cagate il c. quando vedete che non è aria.
Se sto affrontando una salita di 7km con pendenza 15% ad una media di 10km/h con una fatica disumana per via del carico che porto sia sulla bici che sulle spalle, è mai possibile che maledette bastarde non avete nemmeno un po' di comprensione per questa poraccia?
I primi 30 minuti li passo accelerando il passo ogni qual volta viene mandata la prima in perlustrazione, mi accorgo che non serve a niente, perché queste riescono a seguirti fino ai 20 km/h (lo giuro, mai vista una cosa del genere), mi arrendo e allora le permetto di toccare la mia roba e la mando via solamente quando mi accorgo che si sta spingendo verso la mia faccia, inutile dire che non serve a niente perché 3 min dopo siamo punto e daccapo se non peggio. La stronza dopo aver perlustrato va a chiamare le altre che arrivano a gruppi da 5 a 10. Comincio ad agitarmi tanto da aver paura di finire fuori strada.
Decido che è il momento della vendetta: tiro fuori la cartina (bella grossa) e ogni qualvolta si avvicina la prima comincio ad agitarla tentando di colpire la talebana e poi scatto leggermente per non farmi riprendere. Un buon metodo perché mandata via la prima stai apposto per almeno 10 minuti, però l'ho fatto 12 ore di seguito, sono distrutta!
Domani cambio regione, sperò tanto di cambiare pure aria.

P.s.: siccome ho appreso che certi signori che si credono furbi, che dicono di compiere imprese quando invece dovrebbero rendersi conto che più che imprese le loro sono banali azioni sportive (anche se di sportivo loro come persone non hanno un gran che), scopiazzano in attesa di suggerimenti da questo blog, e invece di dire grazie se la menano tra di loro, ho deciso che non scriverò più nulla a proposito della fattiblità del percorso, così visto che sono tanto bravi possono apprezzarla meglio se è una sorpresa.
Per qualsiasi suggerimento in merito, basta contattarmi e sarò felice di aiutarvi.





domenica 13 luglio 2014

e se vi dicessi che la Norvegia è stranissima?

In questo momento sto scrivendo dal mio portatile accampata nel giardino di casa di una carinissima signora norvegese che non parla inglese, ma che a gesti mi ha fatto capire che posso utilizzare il bagno di casa se voglio fare pipi (credo per non farmela fare in giardino).
Questo è il mio II giorno in sella, ho già pedalato per oltre 220km e ho scoperto tante cose:
_In Norvegia non esiste la pianura
_In Norvegia il tempo può variare rapidamente, da 5 a 25 gradi nel giro di qualche km
_In Norvegia i tunnel possono essere attraversati solo da macchine e motori, ma se ci provi lo stesso nessuno ti dice nulla
_In Norvegia anche respirare solamente aria costa tanto, un campeggio costa all'incirca 16 euro, una doccia 2 euro, l'acqua 3 euro, il pane 4 euro al kg
_In Norvegia se non hai la carta di credito norvegese non sei nessuno
_In Norvegia non è detto che seguire le indicazioni per il campeggio porti davvero al campeggio
_In Norvegia sembra non abbiano mai visto gente in bicicletta tanto che mi stringono la mano ogni volta che mi fermo a parlare con loro
_In Norvegia non chiedono documenti (anche perché tanto senza soldi non vai da nessuna parte), per questo ho deciso che il mio nuovo nome sarà Oda (Mckay), è la seconda volta che firmo in questo modo e nessuno mi dice nulla

Oltre a tutte queste conclusioni posso dire che ho avuto la fortuna di incontrare dei turisti tedeschi che mi hanno regalato della cioccolata buonissima, che le cime sono fighissime (sopratutto le discese al 20%), che ci sono dei bellissimi paesaggi ma che è un paese davvero faticoso, che questa vacanza si sta rivelando piùimpegnativa dell'Islanda.
Mi hanno detto anche che più a nord sarà diretta e più le strade diventeranno tortuose e aspre; staremo a vedere, intanto beccatevi set 4 foto

P.s.: vi piace il mio accampamento alla walking dead?








venerdì 11 luglio 2014

Epopea colossale

Credo a questo punto si possa definire sfiga il fatto che ho perso (non per colpa mia) ben 2 voli e mezzo e che ne abbia dovuti prendere 4 per arrivare nel nord della Norvegia e precisamente a Tromso.
I piani non erano questi. In teoria sarei dovuta arrivare da Roma a Tromso con un solo scalo partendo alle 12.35 (roma) e arrivando alle 18.40 (tromso). Invece sono riuscita ad arrivare in campeggio solamente dopo la mezzanotte, punto primo perché come dicevo ieri ho perso la prima coincidenza e spostandomi il volo è finita che ho dovuto prendere altri due voli (dei quali ne ho perso un altro ancora), infine per disperazione mi hanno fatta salire su uno di quei così vecchi, come'è che si chiamano? ah si tipo alianti, 10 persone dentro e n'altro po' coi finestrini aperti, la cosa migliore è che faceva pure le tappe nei vari posti sperduti, tipo autobus; esperienza tutto sommato divertente, anche se spero di non ripeterla. 
In tutto ciò scopro solamente arrivata in campeggio che la mia carta di credito non è accettata qui in norvegia, che bella notizia, sopratutto perché adesso qui con me ho solamente 700 corone equivalenti a 84 euro che dovrò farmi bastare per tutto il viaggio; considerando che qua una bottiglietta di acqua costa appena 3 euro dovreò razionare al meglio le mie risorse (meno male che mi so portata tutte quelle scatolette dall'Italia!)
Ma tutto sommato, anche se non voglio gridarlo forte, Dina sta bene, l'imballaggio perfetto di Diffusione Due Ruote ha impedito che anche dopo 4 scali si potesse distruggere. Questa mattina l'ho montata (Pietro ma non è che il manubrio è troppo alto?) e avrei tanto voluto cominciare questa avventura ma dovendo risolvere questioni burocratiche, dovute anche al fatto che durante tutti qui voli mi hanno smarrito un bagaglio, mi sa che tocca partire domani, far finta che tutto vada alla grande e sperare che tutto il peggio sia passato.
La mia prima tappa sarebbero dovute essere le Lyngslapen, una deviazione di 100 km dalla meta, che avrei tanto voluto vedere, ma con la perdita di un giorno di cammino mi sembra difficile poter andare, non lo so, devo rifare i conti.

Vabè ma l'importante è stare bene no?


martedì 20 maggio 2014

The Freak ride tour around North Cape

Io non sono scaramantica, cioè non a livelli maniacali, diciamo che mi piace mantenere certe tradizioni; una di queste tradizioni è partire ogni anno il 10 luglio, il motivo è semplice, ma personale; un'altra bella tradizione che mi piacerebbe mantenere è il momento della "pianificazione". Intendiamoci, non credo sia possibile pianificare un viaggio (e se qualcuno ci è riuscito che mi faccia sapere come). Un viaggio, in qualsiasi modo si voglia affrontare è un viaggio, che non può essere previsto in ogni suo aspetto, ha talmente tante variabili che sarebbe un inutile sforzo cercare di inquadrarlo in qualche modo, e poi a quel punto non si chiamerebbe più viaggio, ma vacanza (quelle al mare, quelle in montagna, quelle dove si sa dove andare a mangiare o dormire, dove ci sono strutture adatte alla villeggiatura e dove si possono incontrare persone, a flotte); la pioggia, il caldo, la neve, le ore di luce, i posti più o meno sicuri, le nostre gambe, la nostra testa, la sfiga o la nostra capacità di affrontare gli imprevisti, la nostra volontà, il nostro riuscire a comunicare, la nostra attrezzatura, ma sopratutto la voglia di superare i nostri limiti, sono queste alcune delle variabili in gioco.

Molte persone mi chiedono come faccio a scegliere la meta. Molto semplicemente può rispondere la cartina della Norvegia con il grafico della popolazione destituita nelle aree.

Bella vero?

I posti che ho scelto di attraversare quest'anno si trovano in quella fascia gialla che indica presenza di popolazione pari allo 0%
Questo è il vero motivo della mia scelta, poi c'è anche quello paesaggistico, ma lo metto al 2 posto nella classifica generale; al terzo invece c'è sicuramente il fattore "luce", con il suo sole di mezzanotte è una delle poche terre al di sopra del circolo polare artico possibile da visitare senza spendere un occhio della testa; poi boh, non ci sono particolari motivi, solo la voglia di andare in un posto lontano da tutto quello che è la mia quotidianità.

Dicevo che come ogni anno, anche quest'anno è arrivato il momento di far vedere la fantastica cartina con il chilometraggio approssimativo del viaggio.
In totale dovrei affrontare 1.488 km (ovviamente non saranno mai precisamente quelli) in 3 tranche, all'incirca come percorrere per lungo l'Italia dal Veneto alla Sicilia, che detto in questo modo sembra un'epopea, ma che in fin dei conti non è come fare il giro del mondo, quindi è sempre qualcosa di fattibile.

_La prima parte, all'incirca 718 km, mi porterà dalla città di Tromso (arrivo del mio volo) a Capo Nord. Durante questo tragitto mi lascerò alle spalle il fastidioso tran tran cittadino immergendomi piano piano nel silenzioso paesaggio norvegese, in questo caso fatto di fiordi, quindi mare, spiagge deserte, poca vegetazione e montagne alte, tra le più antiche del mondo.
_Riprenderò il tragitto da Riksvej, dopo aver traghettato da Capo Nord, per percorrere 318 km in mezzo al nulla. Purtroppo saranno davvero 300 km in mezzo al nulla, né la guida, né il sito della Norvegia, né la cartina in generale segnalano attrazioni paesaggistiche particolari o paesi e paesini dove poter trovare vita. Tre giorni passano in fretta …
_La terza ed ultima parte, avrà inizio da Vardo, cittadina di pescatori nella quale prevedo di arrivare via mare in qualche modo, si concluderà a Kirkeness (dove ho il volo per l'Italia), passando prima, se avrò il tempo (ammesso quindi che i miei piani siano all'incirca giusti, che non mi capiti nulla e che non sia impazzita da sola nel nulla per i precedenti 300 km) per Pasvik Naturreservat, confine russo, che detto così fa paura, ma non è altro che una bellissima risega naturale, piena di orsi.

Mi rendo conto che così la faccio facile, però al momento è realmente tutto quello che ho in mano, anche perché togliervi il piacere di sapere tutto quello che sto pianificando in quei posti darebbe meno verve al video che ho intenzione di montare.

1.400 km all'incirca, tenda e sacco a pelo, scatolette di tonno e simmental e un po' di quelle schifezze leofilizzate, un mp3 speriamo sempre carico, un libro di 3.000 pagine e tanto silenzio. E' una di quelle cose che credo valga la pena di essere fatta almeno una volta nella vita, in tutta la sua semplicità.



martedì 11 marzo 2014

Perché a viaggiare si inizia da giovani ...

… e non si finisce mai.

In una società basata sull'uso spropositato di mezzi informatici che danno accesso a tutto e subito mi rendo conto che essere ascoltati a voce è diventata una cosa rara.
Oggi mi è stata data un'opportunità di sfogo particolare e mi ritengo molto fortunata perché il pubblico era formato da ragazzi, dalla I alla III media.
Lo dico sinceramente: questi ragazzi mi hanno dato la possibilità di esprimere una filosofia di vita che gli adulti molto spesso non capiscono, sopratutto perché non ascoltano.

Tendiamo a conservare il ricordo di cose spiacevoli ed emozioni forti, forse è questo il motivo per cui il ricordo che ho del mio tempo passato alle medie non è così bello, o, forse le cose sono cambiate in meglio; ad ogni modo ricordo che i miei insegnanti non erano così propositivi quanto i due giovani professori che mi hanno invitata a parlare ai propri alunni in un laboratorio dedicato alla bicicletta. Quindi ci tengo a ringraziare Marco e Vanessa per il coraggio dimostrato nell'aver invitato una perfetta sconosciuta ad affrontare la tematica del "viaggio" e della "bicicletta" e per la loro bellissima iniziativa di creare un laboratorio dedicato alla bici, che spiega ai ragazzi che cosa è veramente questo mezzo a due ruote.
Da me le ore extra scolastiche erano dedicate al latino!!!

Non avendo mai parlato a un pubblico così giovane l'approccio non è stato dei migliori; però dopo aver rotto il ghiaccio ed essermi presentata meglio sono riuscita a creare un piccolo legame con questi ragazzi. Mi sono state poste diverse domande, domande intelligenti, domande che nessun adulto mi ha mai fatto.
L'esperienza della vita è crudele, ti fa dimenticare le cose più belle e le emozioni più forti, perché la routine esiste anche per i viaggi in bicicletta. Quello che a me soltanto ora risulta ovvio, per i ragazzi era totalmente nuovo, e la libertà di porre domande anche strane sui miei viaggi è stato liberatorio più per me che per loro.

"Ma come funziona? Scegli un percorso e poi parti?"
"Dove fai pipì?"
"Se sei stanca prendi un taxi?"
"Quanto costa mangiare fuori?"
"Dove dormi?"
"Il telefono ti prende?"
"Ma non ti fanno male i piedi?"
"Quando incontri le persone per strada e ti raccontano la loro vita non ti annoi?"
"Come hai fatto ad arrivare in Islanda? Con i tubi sotto l'acqua?"
"Perché fai alcuni viaggi da sola?"
"Ma se stai da sola non ti annoi?"
"Come fai quando incontri qualche animale?"
"Se buchi la ruota?"
"Se non parli bene l'inglese come fai a



capire le persone? A gesti?"
"Non hai paura delle formiche?"
"Di sera come fai a farti vedere dalle macchine?"
"Non hai paura di fare gli incidenti?"
etc…

La maggior parte di noi adulti penserà che queste siano domande stupide, le nostre preoccupazioni sono ben altre, ma io ricordo perfettamente che queste sono state le prime domande che ho fatto a me stessa poco prima di partire per il primo viaggio e che ogni tanto mi pongo anche adesso, in maniera meno frequente, ma sempre leggera, con quel pizzico di spensieratezza che mi fa tornare indietro ai miei 13 anni, quando tutto era possibile.
Ho capito che la bellezza di questi viaggi è tornare ad essere giovane, vedere quali sono le problematiche "terra terra" della nostra vita, preoccuparsi di tante piccole cose che di fronte a un pc sono vacue, ma che in viaggio sono Tutto. Solo un gruppo di giovani ragazzi è riuscito a procurarmi questa sensazione.

Un viaggio in bicicletta è sopratutto condivisione, prima, durante e dopo, oggi l'ho condiviso con loro che sono stai il miglior pubblico che ho mai avuto.


Un'ultima volta grazie a Marco, ciclista urbano anche lui e a Vanessa, che mi ha detto di aver fatto il cammino di Santiago qualche tempo fa; ciclisti e viaggiatori, li avessi avuti io due prof. così alle medie!!!

Italian Coast to Coast from Roma to Pescara

"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"

G. De Chirico

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