mercoledì 14 settembre 2016

BIKEPACKING - come ti organizzo un raid nel deserto


Chi segue questo blog sa già che sono mesi che organizzo il mio prossimo viaggio interamente in posti desertici. In questi cinque mesi di organizzazione tutto quello che sono riuscita a fare è comprare un biglietto aereo e vedere pressapoco quanta non-vita ci sarà lungo questo percorso che ancora esiste solo nella mia mente. Nulla da temere!!!! Parto giusto tra un paio di settimane e non ho ancora nemmeno capito bene cosa sto per fare.

Bene. Però visto che poi non sono totalmente idiota qualcosa la dovevo pur inventare visto che così a una superficiale vista aerea dei posti che voglio vedere di acqua mi sa che ne troverò poca o niente.

Acqua = idratazione = vita = Ale felice

Datemi della paranoica, ma secondo me 25 litri di acqua per 400 km di tratti desertici a 45° è quello che reputo ottimale dal punto di vista benessere fisico

Sempre per chi ha seguito un po' di robe che ho fatto lo scorso anno mi ritrovavo in mezzo all'outback australiano con 20 litri di acqua a seguito e una trentina di kg tra cibo, vestiti e strumenti di riparazione, per un totale circa di 50kg di roba da portare sul mio vecchio muletto.
E' stato così che l'incubo di tutti gli scemi che vanno nel deserto in bici si è avverato: nonostante la cura nel posizionare e calibrare i pesi da portare, sapendo che era questione di vita o di morte, ho distrutto il portapacchi posteriore.

Broken Hill 1 day before departure

Qui in alto la foto prima del dramma.
Visto che sono ancora viva evidentemente qualcosa me la sarò inventata; c'è una cosa solamente che può salvarti in una situazione del genere, sembra fin troppo semplice ma si chiama "fascetta da elettricista", anche se non auguro a nessuno di doverle utilizzare in una situazione del genere.

Allora, dopo aver definitivamente deciso di accanare la sventurata idea del portapacchi posteriore, cerco di farmi un'idea su una soluzione diversa e spulciando un po' nei diversi blog o siti dedicati ai viaggi noto che la cosa che va per la maggiore è il carrellino che si aggancia posteriormente alla bici … ma a me l'idea di avere un morto da trascinare per 3.000km di deserto sali e scendi per i canyon non ha mai entusiasmato.

Scopro allora che da un po' di anni a questa parte qualcuno l'alternativa l'ha creata e a me non sembra poi tanto male: si chiama BIKEPACKING

Che cosa diavolo è il bikepacking?!?!?!

Si tratta di borse agganciate direttamente al telaio.

Borse su telaio = no portapacchi = meno peso = nessuna ansia 

Direi che l'alternativa sembra comoda e pulita, sicuramente meglio delle famose fascette da elettricista (anche se comunque un bel pacco me lo porto dietro, nella vita non si sa mai).
Così mi torna in mente quello che un tipo conosciuto in bici (adesso non ricordo dove) mi aveva detto a proposito di due ragazzi russi che vendono queste borse fatte su misura.
Così trovo loro: URALTOUR


Perché mi piacciono gli URALTOUR?

1_sono dei backpackers e quindi sanno esattamente quello che vendono
2_sono gentilissimi
3_sono velocissimi
4_sono economici


Ed ecco che la mia bici è quasi pronta. Questa mattina ho fatto una prova di carico acqua ed è uscito fuori che
_nella borsa che va agganciata al reggisella vanno fino a 4 litri di acqua
_nella borsa che si aggancia al manubrio entrano tenda e sacco a pelo
_nella borsa centrale al telaio andranno tutti i miei vestiti
_nella borsa centrale sopra il telaio andranno gli strumenti di riparazione della bici

poi un olandese pazzo che ho conosciuto a caponord (Jasper) mi ha regalato le borse quelle dei fighetti che andranno agganciate a un portapacchi anteriore e che possono contenere fino a 20 litri di acqua; per tutto il resto c'è uno zaino sopra le mie spalle, non proprio il massimo della comodità, ma pur sempre una cosa in più visto che la metà dei bagagli saranno cibo e acqua e su quello non occorre essere parsimoniosi.


This is for my friend Japser(ino) - I love u crazy boy

E infine si sa che dietro una viaggiatrice scema c'è sempre un uomo che sopporta e da consigli tecnici di riparazione e come ogni anno non cambia mai anche se invecchia: Pietro Nardone 


Io l'alternativa l'ho trovata - bikepaker uraltour - adesso vediamo se funziona!

Italian Coast to Coast from Roma to Pescara

"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"

G. De Chirico

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