martedì 22 ottobre 2019

Lettere dal futuro / Untitled Mongolia

Alla cara me, quella che sarà lontana 9.000 km da ora


Ancora qualche mese e poi saremo di nuovo li, dove le emozioni prendono il sopravvento, dove sarà necessario dosare qualsiasi cosa, oltre i respiri, ogni pensiero.
Ho bisogno di ritrovarmi in un nuovo progetto, sempre diverso, con l'unica eccezione di mantenere la costante di ogni mio viaggio: essere lontani dal presente.
Un esperimento, anche questa volta, che indaga sugli effetti delle emozioni più viscerali; insomma, guardo al futuro e mi vedo di nuovo fuori dal mondo, in mezzo a quello che per molti è il nulla, per alcuni è il nulla fondamentale; fuori dal mondo, nel mezzo di una terra straniera.

Ho ricevuto un cartaceo della Mongolia, l'avevo chiesto a due amici in viaggio questa estate. Adoro le carte stampate, sono come obiettivi non memorizzati in un monitor, hanno consistenza solida, le scorro con la mano e mi fermo in un punto, qualcosa che mi rende curiosa. La felicità di esplorare un limite, renderlo proprio, oppure capire che non è ancora il momento, gli esperimenti servono a questo.
Raccolgo informazioni, spesso insufficienti, e non capisco ancora se si tratta di un superficiale carattere della mia personalità, oppure è voglia di non precludersi nulla.
Mi sorprendo ancora di come possa essere tutto relativo, pareri contrastanti che riflettono il modo in cui vediamo il mondo e l'unica via per scoprire il nostro punto di vista rimane sempre e comunque quello di trovarsi li in mezzo, dove ora vedo tracciate delle linee che sono piste, che forse esistono, forse sono state cancellate dal tempo, dal vento, dalle piogge.

Inizio a progettare, che per me significa tassellare dei nomi, prima solamente lettere confuse, in un quadro più preciso, quanto meno più razionale, intanto capire dove si trova quel nulla che per il momento è formato dalle lettere GOBI

Italian Coast to Coast from Roma to Pescara

"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"

G. De Chirico

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