… e non si finisce mai.
In una società basata sull'uso spropositato di mezzi informatici che danno accesso a tutto e subito mi rendo conto che essere ascoltati a voce è diventata una cosa rara.
Oggi mi è stata data un'opportunità di sfogo particolare e mi ritengo molto fortunata perché il pubblico era formato da ragazzi, dalla I alla III media.
Lo dico sinceramente: questi ragazzi mi hanno dato la possibilità di esprimere una filosofia di vita che gli adulti molto spesso non capiscono, sopratutto perché non ascoltano.
Tendiamo a conservare il ricordo di cose spiacevoli ed emozioni forti, forse è questo il motivo per cui il ricordo che ho del mio tempo passato alle medie non è così bello, o, forse le cose sono cambiate in meglio; ad ogni modo ricordo che i miei insegnanti non erano così propositivi quanto i due giovani professori che mi hanno invitata a parlare ai propri alunni in un laboratorio dedicato alla bicicletta. Quindi ci tengo a ringraziare Marco e Vanessa per il coraggio dimostrato nell'aver invitato una perfetta sconosciuta ad affrontare la tematica del "viaggio" e della "bicicletta" e per la loro bellissima iniziativa di creare un laboratorio dedicato alla bici, che spiega ai ragazzi che cosa è veramente questo mezzo a due ruote.
Da me le ore extra scolastiche erano dedicate al latino!!!
Non avendo mai parlato a un pubblico così giovane l'approccio non è stato dei migliori; però dopo aver rotto il ghiaccio ed essermi presentata meglio sono riuscita a creare un piccolo legame con questi ragazzi. Mi sono state poste diverse domande, domande intelligenti, domande che nessun adulto mi ha mai fatto.
L'esperienza della vita è crudele, ti fa dimenticare le cose più belle e le emozioni più forti, perché la routine esiste anche per i viaggi in bicicletta. Quello che a me soltanto ora risulta ovvio, per i ragazzi era totalmente nuovo, e la libertà di porre domande anche strane sui miei viaggi è stato liberatorio più per me che per loro.
"Ma come funziona? Scegli un percorso e poi parti?"
"Dove fai pipì?"
"Se sei stanca prendi un taxi?"
"Quanto costa mangiare fuori?"
"Dove dormi?"
"Il telefono ti prende?"
"Ma non ti fanno male i piedi?"
"Quando incontri le persone per strada e ti raccontano la loro vita non ti annoi?"
"Come hai fatto ad arrivare in Islanda? Con i tubi sotto l'acqua?"
"Perché fai alcuni viaggi da sola?"
"Ma se stai da sola non ti annoi?"
"Come fai quando incontri qualche animale?"
"Se buchi la ruota?"
"Se non parli bene l'inglese come fai a
capire le persone? A gesti?"
"Non hai paura delle formiche?"
"Di sera come fai a farti vedere dalle macchine?"
"Non hai paura di fare gli incidenti?"
etc…
La maggior parte di noi adulti penserà che queste siano domande stupide, le nostre preoccupazioni sono ben altre, ma io ricordo perfettamente che queste sono state le prime domande che ho fatto a me stessa poco prima di partire per il primo viaggio e che ogni tanto mi pongo anche adesso, in maniera meno frequente, ma sempre leggera, con quel pizzico di spensieratezza che mi fa tornare indietro ai miei 13 anni, quando tutto era possibile.
Ho capito che la bellezza di questi viaggi è tornare ad essere giovane, vedere quali sono le problematiche "terra terra" della nostra vita, preoccuparsi di tante piccole cose che di fronte a un pc sono vacue, ma che in viaggio sono Tutto. Solo un gruppo di giovani ragazzi è riuscito a procurarmi questa sensazione.
Un viaggio in bicicletta è sopratutto condivisione, prima, durante e dopo, oggi l'ho condiviso con loro che sono stai il miglior pubblico che ho mai avuto.
Un'ultima volta grazie a Marco, ciclista urbano anche lui e a Vanessa, che mi ha detto di aver fatto il cammino di Santiago qualche tempo fa; ciclisti e viaggiatori, li avessi avuti io due prof. così alle medie!!!
martedì 11 marzo 2014
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Italian Coast to Coast from Roma to Pescara
Coast to coast 2012 from Eadessopedala on Vimeo.
"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"
G. De Chirico
G. De Chirico
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