venerdì 2 settembre 2022

Un viaggio in punta di piedi - il Tagikistan attraverso la Pamir Highway

Non sono sicura di voler dedicare a questo viaggio più pubblicazioni di una sola (vedremo). 
E' stato agognato, è stato sognato, progettato più di tutti quelli che ho fatto, è stato un figlio, mi ha dato enormi soddisfazioni, mi ha fatto ricredere e mi ha fatto di nuovo Credere, è stato infernale ma anche il più bello, ma non so quanto ne potrò realmente parlare, perchè rileggendo i miei appunti di viaggio mi sono resa conto che questa volta non ho trovato le parole giuste per descriverlo realmente (realmente per quello che ho provato), e se una cosa non la valorizzi nel modo giusto, allora è meglio non parlarne troppo.

Parto dal titolo

e parto male, perchè esprimo un luogo comune, ma è così

Ho iniziato a viaggiare da sola e in bici molti anni fa, quando quell' entusiasmo giovanile mi faceva pensare che questa tipologia di viaggi fosse per tutti, per sempre e semplice. Ma come si dice "solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione" (J.R.L.). Infatti si cambia, si cambia nel corpo, ma soprattutto nella mente e nel cuore. 
Non è per tutti, perchè bisogna volerlo, non è per sempre, perchè a volte gli anni passano male (anche se in qualche modo devo ancora ricredermi), non è semplice perchè per viverlo al meglio bisogna adattarsi anche più di quello che ci aspettiamo (e nulla è come quello che ci aspettiamo). E' una nicchia ben definita (e lo dico senza offesa, ci mancherebbe) quella che decide di non poterne fare a meno e non bisogna mai pretendere che tutti possano capire.
Alla fine di questo viaggio, incompleto a causa di risvolti politici che non mi hanno permesso di concludere secondo programma, ho dovuto affrontare (con termine ironico, perchè le cose le affrontano solo gli eroi dell'iliade) quattro giorni di scali aerei per raggiungere il mio volo di rientro in Italia, quindi contrariamente a quanto avviene di solito in questi piccoli ride, questa volta sono stata costretta a metabolizzare durante il rientro invece che a casa.
Seduta su di una scomodissima poltrona in una ristretta area dell'aeroporto riservata ai voli tra Tagikistan e Kyrgyzstan mi sono chiesta come mai questo viaggio ha avuto un peso così importante per me.

Pensiamo sempre che la nostra vita sia diversa da quella che vediamo al cinema, che leggiamo nei racconti di avventura o che abbiamo immaginato da piccoli, eppure dipende tutto da come decidiamo di tuffarci nelle cose. 
Questo viaggio fatto in compagnia, con un altro mezzo, in un altro periodo storico, in un periodo della mia vita antecedente a tutte le esperienze degli anni passati, non sarebbe sicuramente stato lo stesso

A Roma si dice "e sti cazzi?". 

Invece io ci tengo, perchè è importante capire che quando si entra nelle vite degli altri in "punta di piedi", succedono cose che potrebbero completamente sovvertire i punti di vista. 
Ho scoperto che il mezzo e la volontà cambiano il destino di un viaggio.
Non voglio togliere nulla, assolutamente nulla, a chi è interessato a fare una tipologia di viaggio che abbia altri ritmi, non è mia intenzione convincere nessuno a prendere e scappare di casa, ma mi piace far immergere chi legge nei miei stati d'animo. 
In punta di piedi ha un significato ben preciso: significa come suggerisce la frase, in maniera silenziosa, discreta e non inquinante, dove il senso di non inquinare non è attribuito all'uso di un mezzo totalmente libero da accise, ma intendo non inquinare nel senso più antropologico il pensiero altrui, e cioè farsi totalmente da parte ed essere disposti ad ascoltare le vite degli altri, dimenticando addirittura il posto dal quale veniamo.

Quando i tempi si calcolano in km e per percorrere 100km occorre una giornata, significa che quel mezzo permette di abituarsi non solo ad un clima diverso (se parliamo di altitudini vertiginose) ma permette al tuo animo, prima che al tuo fisico, di arrivare nei luoghi, non perchè ci sia la necessità turistica di essere lì, ma perchè di passaggio. E' un passaggio talmente lento che permette a chi vive in quel luogo di osservarti allo stesso modo in cui lo fai tu. (Ma che vuol dire?!) Significa che siete entrambi estranei non convenzionali (so che non mi sono spiegata ugualmente, ma è  così). I luoghi dove mi fermo non hanno mai niente di caratteristico da vedere, non hanno mausolei, tombe, statue, chiese, non hanno storia che sia testimoniata, ma quello che a me interessa è che siano luoghi abitati
Assurdo pensarlo, ma un viaggio in punta di piedi ti permette di arrivare nei luoghi non come turista, ma come attrazione di quel posto, ribaltando completamente la prospettiva. 
Ma come posso accorgermi che sta realmente succedendo questa cosa?
Bastano cinque/dieci (nel peggiore dei casi) minuti fermi in un punto, che sia il centro di un villaggio, oppure adiacenti ad un'abitazione nel mezzo del nulla, oppure ancora in bella vista in un buon punto di passaggio, per ricevere un invito a cena o per la notte.
Ma certo che ho la tenda, ma cosa mi importa di passare una notte in tenda quando posso entrare nelle vite degli altri?

Mi rendo conto di non aver detto nulla di questo viaggio, ma ritenevo che fosse un necessario interludio per capire quello che scriverò nel prossimo post



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