mercoledì 18 febbraio 2015

Maria island

Ho letto alcuni articoli che parlavano di questo mio viaggio in Australia, quello che più mi ha sorpresa è che in molti di questi si parlava del fatto che io non avessi un vero e proprio programma (tappe, tempi, ecc…) come se fosse una cosa da pazzi non averne uno, ma lo sapete perché non mi piace programmare nel dettaglio quello che farò? Perché altrimenti non potrei scrivere quello che sto per raccontarvi.
Allora è successo che dopo quasi una settimana in mezzo alle montagne ho incontrato e quindi anche parlato con pochissima gente e mi capita sempre che dopo essere stati a contatto con la natura se si finisce in una grossa città ci si sconsola parecchio; questa è la sensazione che ho avuto arrivata ad Hobart, la capitale della Tasmania. Sono scappata di corsa, troppa gente che urla, che ti urta, che chiede attenzione. Scappo fino ad arrivare a un paesino di campagna, e già mi sento meglio, però è ancora troppo vicino alla città e il posto è frequentato da diversi turisti (per lo più giapponesi, e credetemi che non lo avrei mai detto, ma i giapponesi in vacanza sono un po' come i siciliani, si muovono a gruppi numerosi e fanno una caciara maledetta fino a notte fonda). Dopo aver passato una nottata a cercare di prendere sonno nonostante le urla giapponesi mi sveglio la mattina presto e comincio a pedalare oramai convinta che purtroppo da li in poi avrei avuto a che fare con città e persone; comincia pure a piovere maledettamente forte e sono costretta a fermarmi in un caffè della prima città che incontro. Destino vuole che dentro questo caffè ci fosse un ragazzo, di quelli zaino in spalla, dormo dove capita e non so cosa farò domani; cominciamo a parlare del più e del meno e poi mi dice che è appena tornato da un'isoletta fantastica, tutta natura e poca gente, perfetta da esplorare in bicicletta, mi indica il traghetto e io non ci penso due volte, un'ora dopo sono già lì sopra. Lo sapete che cosa mi sarei persa se per colpa di alcune tappe programmate mi fossi dovuta attenere al programma? Quello che vedete nelle foto e molto altro!







Quindi sono sempre più convinta che durante un viaggio, breve o lungo che possa essere, bisogna sempre affidarsi al proprio istinto e a quello che ci raccontano le persone che più ci somigliano, una deviazione dalla strada principale è sempre un'altra strada, con tante cose da vedere, certe occasioni non bisogna farsele sfuggire.

In questo momento scrivo da Tribunna, che si pronuncia Traiabanna (se no si incazzano), e questa sera sicuramente sarò in qualche posto sperduto vicino Bicheno, o forse no … 

1 commento:

  1. Che meraviglia! Non sempre pianificare tutto è positivo, quindi meglio avere solo uno scheletro del progetto e via alle novità!! Mi piace questo tuo viaggio, mi trasmette una forte idea di libertà, quella libertà che ti permette di avere carta bianca ad ogni risveglio mattutino..vai così!!!:)

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Italian Coast to Coast from Roma to Pescara

"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"

G. De Chirico

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