sabato 30 marzo 2024

THE MESSAGE

 E' una vita che non scrivo.

Eppure i miei viaggi hanno continuato a scrivere di me.

Una settimana fa ero sotto la metro.


Ascolto davvero tanta musica, ne ascolto talmente tanta che a volte i brani si sovrappongono, e adesso che spotify decide per me oltre ai tanti brani che amo ne mette altrettanti da scartare.
La musica che sento per strada, quella che mi accompagna a lavoro, quella che separa i sogni dalla vita reale.

 
Eppure una settimana fa ero sotto la metro, quel mezzo di trasporto che prendo in casi più unici che rari.


Il cellulare non prende, è una sensazione di libertà che a volte dimentico. 

Il cellulare non prende e vedi la gente che non si è organizzata costretta a guardarsi attorno.

Il cellulare non prende e se non hai Spotify offline sei costretto anche a sentire quei rumori che ti circondano.

Appunto, non prende il cellulare, ma Il mio spotify, con abbonamento, gentilmente concesso da cara amica, mi permette di ascoltare i brani offline, quelli che per qualche motivo sei stato costretto a scaricare nella memoria drive del tuo apparecchio .
Ma chi scarica musica offline? E perchè? Me lo chiedo sempre.
Siamo talmente connessi, che in rarissime occasioni, per esempio a Roma, lungo i binari della metro C, rischi di non aver accesso a della musica online.

Io la scarico, perchè al di la delle modeste distanze che la mia lunga metro C copre a Roma, a volte rimango isolata per ore, forse anche giorni, durante i miei viaggi.

Una settimana fa una canzone mi ha ricordato che sarebbe ora di prenotare un viaggio.

Non essendo routine io dimentico spesso dei miei viaggi. 

E' un peccato che me lo debba ricordare una canzone.

E lo so che dovrei scrivere di più, e di quello che ho visto e fatto in questi lunghissimi mesi di assenza dal blog. Tipo che c'è stata la Mongolia. Ma che importa? Tutti possono viaggiare, e io come sempre non scrivo dei consigli, spesso non metto nemmeno i nomi dei luoghi, ma scrivo dei pipponi che vengono fuori dopo mesi, forse anni da un viaggio.

Io voglio pensare che il viaggio sia Modellare il vuoto, e pensare ai volumi "vuoti anziché pieni", così che i volumi non siano una conseguenza dell'immagine ma risulteranno liberi, non più "volumi conseguenza", ma "volumi causa, che dispongo come voglio io". E' per questo che l'ombra è intesa come un volume costruttivo di tutto il viaggio: "l'opera di questi volumi è data, in un primo tempo, non da un'immagine, ma da un fenomeno costruttivo. Non esiste una stabilità, una solidità, non esiste un'opera scultorea; finché un intervento, un'ombra, come un solido, non intervenga, la scultura del viaggio non esisterà mai.

E non è un viaggio questo?

Potrei scrivere di come è necessario che quest'ombra sia modellata dalla plasticità di società da incontrare, persone delle quali abbiamo sentito parlare in articoli, documentari, pezzi assolutamente distanti da noi tutti, e di come sia possibile creare un diorama di quello che si immagina, e poi smontarlo, pezzo pezzo, fino ad arrivare all'osso per poi ricostruirlo, diverso da come lo si era pensato. 

Tutto questo "pippone" mi è salito al cervello stamattina in un istante. 

Stavo facendo una guida, ebbene sì, anche io ho necessità alla mia veneranda età di avere una patente, e l'istruttore, non quello con cui vado d'accordo, ma uno che non stimo tantissimo, al quale sorrido forzatamente per cortesia, tra i suoi tanti deliri politici comincia a parlare dell'Islam e dei paesi ad oriente, come se ci avesse vissuto. Un cambio marcia brusco, frutto di una fitta allo stomaco, nel momento in cui si riduce un intero continente ad una religione; mi chiede il perché dell'errore, rispondo che mi ha distratta, e lui mi chiede se conosco questi islamici; rispondo che mi è capitato di viaggiare da quei pizzi, mi chiede se ho avuto paura di così tanto maschilismo. Avrei voluto rispondere, ma non l'ho fatto, in questo momento ci sono priorità maggiori rispetto al mio orgoglio, tipo la patente, ho sorriso e gli ho detto "certo che ho paura, ma come vedi sto qua, gli invidiosi diranno che è culo, e forse hanno ragione...lo sai che questa notte cambia l'ora?".



Prendo questa benedetta patente ad aprile e poi definisco inizio e fine del giro, così compro il biglietto per me e la mia jarona e riparto per un viaggio lunghissimo. Non anticipo nulla ma anche se non riuscirò a completare gli "Stan" ne voglio attraversare almeno 3 sui 5 che mi rimangono. 

Domani cambia l'ora è giunto il momento di svegliarsi che la primavera è arrivata.

Il pezzo musicale era questo qua

https://youtu.be/KLz-ktBpSIY?si=52AfQKpaHq4A5O9Q









Italian Coast to Coast from Roma to Pescara

"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"

G. De Chirico

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