sabato 14 marzo 2015

Sydney here we are … la fine di questa avventura?


Prima di oggi ho visto questo edificio a forma di vele (l'Opera House) solo un'altra volta, in un libro di testo mentre preparavo un esame di storia. Credo che sia uno di quei posti che non mi sarei mai aspettata di vedere nelle mia vita, troppo lontano, davvero troppo per andare a vederlo di persona; eppure adesso sono qua che scrivo questo post proprio sotto questo grande eficicio, che poi mi aspettavo più grande, mentre fino a tre anni fa sarebbe stato impensabile, adesso sono qua … che strana la vita vero?

Ad ogni modo, oggi è stata una giornata particolarmente difficile, anche se dovevo fare solo una sessantina di km, ma per me è sempre così, gli ultimi km sono sempre quello più difficili.
Ieri sera non sono riuscita a prendere sonno facilmente, mi giravo e rigiravo nella tenda pensando che l'indomani avrei finito quello che sto pianificando da parecchi mesi. La sveglia suona come sempre alle 6.00, tutto fuori è buio, ma io metto il frontalino decisa ad alzarmi ugualmente e meno male che l'ho messo, perché proprio di fronte l'uscita della tenda aveva deciso di fare un pisolino un piccolo serpente, di quelli che non sai mai quanto pericoloso possa essere. Stiamo a fissarci qualche minuto, poi decide finalmente di andare via e io posso finalmente andare in bagno, questo fatto me la doveva dire lunga sull'andamento della giornata. Tutto è pronto come al solito e dopo aver fatto colazione con un po' di pane (ho finito la nutella), mi avvio per affrontare la famosissima (ne sento parlare praticamente dalla Tasmania) Grand Pacific Drive e cioè una strada secondaria che porta dritti dentro la città che si inerpica a mo di tornanti trentini su di un colle che precede la City. il discorso è questo, che questi australiani io non so proprio come prenderli; è dall'inizio del viaggio che non faccio altro che sentire Up and Down, cioè come da noi quando non sai di che parlare la butti là sul tempo nuvoloso o sereno, qua se provi a fermare un passante e gli dici "ciao come stai" quello ti risponde "up and down". Dopo aver capito che non avrei fatto un solo giorno di pianura in tutto il viaggio mi sono da subito rassegnata e ho pensato che vabbè che sarà mai poi questa grand pacific drive che mi aspetta l'ultimo giorno … grosso errore sottovalutarla. Oltre alla stanchezza fisica che si è andata accumulando in questi giorni, non è che ho avuto poi modo di rilassarmi troppo, la giornata non prometteva niente di buono, nubi all'orizzonte e una buona dose di vento contrario e ovviamente l'up and down. Convinta del fatto che prima di passare in mezzo a questo parco naturale collinare potessi trovare un caffè aperto non mi sono allarmata più di tanto e sono partita con quel tozzo di pane in pancia e un po' di acqua pensando alla bella colazione che avrei fatto al primo di una lunga serie di caffè che avrei incrociato … è bello quando fai questi calcoli sbagliati, sopratutto se ha appena iniziato a diluviare, un vento freddo ti spinge forte nella direzione opposta e una serie di ciclisti odiosi con le loro bici da mezzo kg e la tutina elastica ti superano e ti gridano up and down! A un certo punto ho pensato pure di mollare la zavorra in qualche cespuglio e proseguire senza quei 40kg di roba che mi trascino da cinque settimane a questa parte, questo pensiero felice è stato quello che mi ha fatto andare avanti per 10 km senza accorgermene. Però se vi scrivo da qua vuol dire che la salita l'ho affrontata, in quattro ore e qualcosa, però l'ho affrontata, che nonostante mi sia persa 450 volte prima di riuscire a indovinare la strada giusta per il centro e ho rischiato di prendere la M1 che port ani aeroporto, ce l'ho fatta lo stesso e adesso mi crogiolo al sole per un paio di ore aspettando che Mirko mi venga a prendere per andare a casa e fare una … DOCCIA … di quelle che stai li dentro tipo cinque ore. Ma prima di questo volevo condividere qualche pensiero a caldo sul viaggio.

Prima di partire per questo ultimo viaggio avevo fatto qualche conticino, così per non essere del tutto impreparata. Non sapevo esattamente cosa potevo aspettarmi, non ho nemmeno chiesto troppe informazioni, anche perché ogni volta che ci provo in cambio ottengo solo una valanga di risposte inutili, o facilmente reperibili, o peggio ancora una dettagliata lista di tutti i possibili modi in cui posso morire, quindi è inutile chiedere, l'unico modo è rimboccarsi le maniche, prendere la bici e andare a vedere di persona.
Purttroppo o per fortuna l'Australia, come il mondo, è immensa, quindi ho dovuto fare delle scelte: in soli due mesi e con questo budget posso vedere questo questo e basta. Quindi per motivi di cui ora non mi ricordo assolutamente hp deciso che volevo vedere la Tamsania e Sydeney. Ho fatto un calcolo sulle probabilità di quasi tutti i casi improbabili e impossibili che possono combinarsi in un viaggio e ho pensato che mal cxhe andava in 60 giorni potevo fare 3.000km e fermarmi anche un attimo in alcuni posti più carini degli altri.
Io ho sempre viaggiato con la mia, oramai vecchia, Lombardo ventimiglia, che è l'oggetto più caro che possiedo in questo momento, però per questo viaggio avevo già deciso di affidarmi a un'altra bici, sempre Lombardo, l'Amantea 200 fitness bike, così perché mi piaceva il designe e perché secondo me non avrebbe deluso le aspettative di questo viaggio. Con l'aiuto del mio più caro biciclettaio, Diffusione due ruote, o meglio conosciuto come Pietro Nardone, l'uomo che non deve chiedere mai, che oltre ad essere il mio personale meccanico è diventato anche un caro amico e mi ha insegnato praticamente tutto su come riparare un bici, ho ottenuto lo sponsor della ditta Lombardo che mi ha spedito la bici direttamente qui in Australia. Gli altri sponsor sono venuti dopo in maniera del tutto spontanea e questo ha contribuito ad aumentare la mia autostima, facendomi pensare che alla fine quello che faccio non è utile solo a me, ma può essere davvero una nuova via, un nuovo modo di esplorare il mondo, e sopratutto che non sono pazza. Per non parlare di chi poi mi ha ospitata senza conoscermi, aprendo le porte di casa al mio totale disordine, e di chi, nonostante mi conoscesse abbastanza ha deciso lo stesso di ospitarmi (dai dai dai che poi non sono così antipatica come mi disegnano). A parte questi dovuti ringraziamenti vengo al sodo:

Io sento che questa esperienza mi ha dato molto, anche più di quello che mi aspettavo; i frutti di questa piccola fatica non posso vederli ora, ma sono sicura che verranno fuori al prossimo viaggio, perché ogni singolo km su questa due ruote non è altro che la somma di una serie di esperienze, belle e brutte, che tolte dal loro contesto, in questo caso la mia vita, non hanno molto senso, ma se vengono assimilate bene mi portano ad essere una parsona migliore e sono la cosa più preziosa che io possa avere. Ci sono stati giorni brutti, errori che avrei preferito evitare, ma senza questi momenti non può esserci un vero percorso di vita; gli errori vanno fatti, solo così ci si rende conto di dove abbiamo sbagliato, senza paura, quindi a tutti quello che dicono che una cosa è troppo difficile, o impossibile da fare, o quelli che vantano di aver fatto a loro detta "grandi imprese" dite semplicemente: vabbè, bella per te, io ci provo, se poi va bene te lo racconto.

_In totale ho montato e smontato la tenda 28 volte, il che vuol dire che ho dormito in 28 posti diversi. Avete idea di che vuole dire svegliarsi la mattina e vedere dalla "finestra" un panorama sempre diverso? Se la risposta è no dovreste provarci almeno una volta nella vita
_Ho conosciuto un sacco di gente di originalità differente, alla fin dei conti è delle persone che ti ricordi, anche più dei luoghi, sono culture completamente diverse che servono ad ampliare i tuoi orizzonti
_Ho attraversato mari (oceani), montagne, campagne, foreste pluviali, distese verdi e riserve
_Ho avuto escoriazioni di tutti i tipi e misure
_Ho affrontato la mia paura dll'acqua e ho fatto il bagno nei fiumi, nei laghi e nei mai; mentre il terrore per i ragni quello no, quello rimane
_Ho passato diversi giorni in totale solitudine parlando a volte da sola a volte coi canguri
_Su 28 giorni 8 li ho passati in campeggio, il resto in qualche posto in mezzo al bush
_Ho stilato una classifica delle migliori frasi che mi hanno detto:
1 a quindi sei in Tasmania in vacanza? In bicicletta? No, non è una vacanza
2 cosa cerchi in Australia? Avventura?
3 Io - sembro uscita da una giunga; Silvia - perché da dove vieni?
4 non c'è niente da quella parte, dove hai dormito nel bush? davvero? da non credere
_I migliori incontri sono stati quelli con due pescatori che mi hanno regalato del pesce fresco, con una coppia di gay che mi ha raccontato di come hanno vissuto il 68, con una coppia di hippie globe-trotter che mi hanno invitata a cena nel loro camper, con la proprietaria di un caffè che mi ha regalato pane e birre, con tutti quei motociclisti e autisti che mi suonavano per strada con il pollice alzato

Adesso io avevo promesso ai miei sponsor che avrei fatto prima il giro della Tasmania, e l'ho fatto, che poi sarei andata a Sydney, e l'ho fatto, e che per fare tutto questo avrei percorso all'incirca 3.000km in bicicletta, ma ne ho fatti solo 2.800 e siccome ogni promessa è debito, e io non ho mai debiti con nessuno, ho due settimane di tempo per tornare a Melbourne sempre in bicicletta, prendendo una strada diversa che taglia l'entroterra … non sarà il red centre ma potrò dire comunque di aver battuto un po' di terra rossa

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Italian Coast to Coast from Roma to Pescara

"In natura un contorno non esiste, dunque la forma disegnata dall'artista non è un elemento realistico, ma una sorta di spettro"

G. De Chirico

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