sabato 25 novembre 2017

Scappo di casa e mi perdo nel Sahara - Perchè?

E' bello iniziare a scrivere di quest'ultima esperienza quando le aspettative di sopravvivenza da parte dei miei cari erano basse e invece io sono qua, più viva di prima, a ricordare tutto quello che ho vissuto in queste tre settimane di viaggio.

Parlando con i fondatori di Ciclabili Siciliane, che oramai riconosco come amici, per un progetto futuro che spero non cada nell'oblio come tutti quelli che ogni volta inizio e poi chiudo in un cassetto (sembra che riesca ad organizzare solo i miei viaggi, tutto il resto è allo sbaraglio), essendo loro una fondazione che si occupa anche di sponsorizzare cicloturismo (principalmente in Sicilia, ma non solo), ed essendo molto vicini al tema del cicloturismo al femminile, una domanda che mi hanno fatto è stata se consiglierei il Marocco come meta per una donna che viaggia in bici da sola come prima esperienza.

Dico la verità e dico che la domanda mi ha spiazzata

Effettivamente non ho mai pensato nei viaggi precedenti che qualcuno potesse leggere questo blog, o guardare i video accumulati negli anni, o semplicemente leggere in diretta FB di questi piccoli raid in terre a volte lontane a volte vicine, e decidere di partire in solitaria per vivere fuori dal virtuale questi luoghi, tutti belli, tutti differenti. Cioè ci speravo, perchè è un pò questo lo scopo per cui è nato il blog, ma non pensavo ci fosse qualcuno che realmente lo leggeva.


La prima cosa che mi è venuta in mente è stata "no, io questo viaggio non lo consiglierei come prima esperienza", ma poi ci ripenso subito e spiego il motivo della mia risposta:

il Marocco per me non è stata la prima esperienza, ci sono 6 anni e 15.000km alle spalle prima di questo, eppure in queste tre settimane ho avuto l'impressione di aver esaurito tutte le energie a disposizione, anche se è stato il viaggio più breve, mi è sembrato di aver "sofferto" più di tanti altri viaggi, ma poi do una risposta a tutto questo e penso che certamente è stato difficile: il cerchio che ho chiuso in queste tre settimane si è sviluppato interamente tra montagne e deserti, il tempo a disposizione era talmente poco che non ho avuto occasione di fermarmi (ho effettuato una pausa di un giorno solo a metà viaggio) e io sono contraria a viaggi che durano meno di tre settimane (semplicemente perchè la prima settimana ti ambienti, la seconda capisci di che si tratta e la terza cominci a divertirti, quindi andar via sul più bello risulta snervante); tutto il resto è un'esperienza, più bella delle precedenti, ma lo dico solo perchè, per esperienza, l'ultimo viaggio è sempre il più bello.
Il deserto è al momento il luogo più interessante che io abbia mai visto, per tutta una serie di motivazioni che ancora dopo 3 anni devo metabolizzare. Questo è il terzo deserto nel quale mi addentro (prima ci sono stati l'Australia e gli USA) e anche se i paesaggi possono ai molti sembrare sempre gli stessi ogni volta è diverso: ogni caldo è diverso, ogni inclinazione del sole è diversa, ogni terreno è diverso, ogni percentuale di umidità è diversa, etc ... quindi è sempre come la prima volta.
Il problema è però che il deserto non è proprio una passeggiata, il deserto uccide, non è una cosa sulla quale scherzare o andare impreparati (ogni anno centinaia di persone perdono la vita perchè pensano che andare a fare una passeggiata in mezzo al deserto sia come andare per boschi, non lo è assolutamente), quindi questo richiede un impegno fisico e mentale non indifferente e forse è per questo che ho pensato che non poteva essere una buona scelta come prima esperienza; però il Marocco è davvero grande, non bisogna fermarsi solo a questo, si posso fare altre mille cose (se non si vuole rimanere traumatizzati dalla prima esperienza) perchè la vastità del territorio consente la qualsiasi tipologia di esplorazione. Tuttavia se uno non si butta (col paracadute) non lo può sapere, quindi se siete già forti in materia deserto e volete provare ve lo consiglio, ne vale la pena.

Quindi forse è importante puntualizzare che il Marocco si trova in una parte del mondo che viene giudicata pericolosa sotto molti punti di vista ma che in realtà richiede solamente la stessa attenzione che bisognerebbe prestare a tutti gli altri luoghi in tema di sicurezza. Se vi state chiedendo come possa viaggiare una donna da sola in un paese ritenuto estremamente maschilista per via della religione vi rispondo che in religione siamo molto ignoranti (compresa me, capirete leggendo di cosa parlo), ho conosciuto tutte persone molto disponibili a darti una mano nel momento del bisogno o semplicemente a scambiare quattro chiacchiere davanti un tè che prontamente viene offerto in qualsiasi occasione, felici, anche quando non c'è possibilità di scambio colloquiale (perchè molti non parlano altre lingue oltre l'arabo, quando si attraversano determinate regioni) di poter avere un confronto civile con persone sconosciute. Che gli uomini siano sempre pronti a guardare e giudicare una donna lo sapevamo già, ma tuttavia non ho notato una grossa differenza tra quella che simpaticamente (anche se sono totalmente contraria) vorrei definire "usanza" dei marocchini e "usanza" oramai diffusa degli italiani.
Detto questo non è possibile girare con vestiti succinti o con pantaloncini, ma vi assicuro che il clima fuori dalle città non lo consentirebbe lo stesso, quindi il problema è eliminato alla radice.
Per non parlare di Muhammad VI che sta portando avanti una politica sul turismo del tutto eccezionale, per cui troverete anche vicino i centri abitati persone molto aperte e felici di accogliervi nella loro vita.
Per cui posso testimoniare, visto che sono qui a parlarne, che non esiste in Marocco pericolo per una donna che viaggia da sola che sia diverso da quello che si può trovare in paesi occidentalizzati, gli occhi aperti servono sempre.

Qualcuno potrebbe chiedersi il perchè di queste chiacchiere, però ci tengo e ci tengo molto proprio perchè non esiste persona con la quale abbia parlato prima di partire che mi abbia detto queste cose, anzi, il più (o almeno chi era già stato) ha solo posto l'attenzione alle accezioni negative, che per carità, ci sono e ci saranno sempre, in Marocco e in tutte le altre parti del mondo, ma non spendere nemmeno due parole sulla cordialità e il calore di queste persone è davvero un peccato e il rischio è che qualche ragazza intenzionata ad andare magari si sia fatta scoraggiare da queste dicerie, frutto di stimoli superficiali e negativi di tutte le testate giornalistiche attuali.

Allora la domanda sorge spontanea: ma perchè se avevi paura che potesse accadere qualcosa di brutto sei andata comunque?
Perchè per tutti quelli che conosco ogni esperienza nuova è sempre la più pericolosa e mortale; lo è stato attraversare l'Italia, poi tutto il resto e infine certamente il Marocco. Perchè se non fossi partita tutte le altre volte adesso starei sicuramente li a chiedermi cosa avrei fatto, cosa avrei provato e come questo mi avrebbe cambiata. Invece l'ho fatto e adesso non ho dubbi e ho capito bene che la priorità nella mia vita è fare tutto quello che voglio, senza porre limiti, ovviamente dove e quando è possibile (sopratutto per il mio portafoglio); è la libertà quella di cui sento un bisogno assoluto ed è la stessa libertà che le parole degli altri non possono togliermi. Per questo decido di viaggiare e di farlo da sola.




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